SETTIMANA DELL′INTERCULTURA: UNA SCUOLA CHE “VOLA”

L'atrio della scuola, che può sembrarti grande, ti assicuro risulta molto piccolo quando alla primaria di Pianico si mette a bollire qualche cosa di nuovo in pentola ….

L'atrio della scuola, che può sembrarti grande, ti assicuro risulta molto piccolo quando alla primaria di Pianico si mette a bollire qualche cosa di nuovo in pentola ….

E' come un'onda morbida, un mare di bambini dagli occhi grandi e spalancati al mondo! Si muovono sinuosi uno dietro l'altro sulle note di una musica delicata…. C'è aria di festa, si canta il benvenuto ad un folto gruppo di mamme e nonne…. sono rimaste senza parole nel vedere questa distesa di occhi vispi!... se guardi ora la scuola di Pianico dall'esterno, sono sicura che la vedi diversa, assomiglia ad una casa di marzapane, è colorata, senza spigoli, con finestre e porte spalancate…. E' una scuola da “favola”… la vedi lì, in un bosco colorato di fiori e piante tutti tremendamente belli e profumati. L'atmosfera è magica, da un momento all'altro la scuola si alzerà in volo adagiata su un fantastico tappeto volante e partirà per un viaggio meraviglioso attraverso tempi e luoghi lontani, dove si mangiano biscotti diversi, dove si vive in modo diverso e dove si parlano altre lingue…..

Del resto è dicembre e dicembre è mese di prodigi… All'ingresso della scuola è stato costruito un presepio tradizionale, è tempo di attesa, e allora, l'attesa può diventare il momento della scoperta delle proprie origini, così come delle tradizioni dell'altro. A Pianico veniamo tutti a scuola portando zaini affardellati di libri e storie che affondano radici in terre e culture diverse… l'attesa del Natale qui può essere davvero l'occasione per metterci in sincero ascolto ed incominciare un entusiasmante viaggio…fuori e dentro di noi….

Ma l'ascolto è cosa difficile si sa, soprattutto quando vuole essere interculturale, non passivo, ma atto creativo che instaura una con-fidenza . Ascolto arduo quando vuole essere un sì all'esistenza dell'altro, momento in cui le differenze si contaminano e perdono la loro assolutezza. E quelle “ streghe ” delle maestre di Pianico avevano in mente proprio questo….. creare un'occasione per aprirsi al racconto che ognuno può fare di sé e giungere così a comprendere l'altro ed in modo nuovo se stessi.

Insomma, sulla carta l'hanno chiamata la “settimana dell'intercultura”, ma l'essenza di questa idea è qualche cosa che va oltre una parola ormai piuttosto inflazionata. La scuola ha aperto la sua anima profonda ed ha cercato di gettare le radici di una comunità nuova che vede territorio e scuola fondersi, attraverso i propri “attori”, in un'unica energia educante. L'esperimento è riuscito forse semplicemente perché mamme, nonne, insegnanti e bambini, a bordo di quel magico tappeto volante, si sono posti nella dimensione di riconoscere l'altro nella sua singolarità specifica, il valore unico e irripetibile della sua vita, la sua libertà, la sua differenza!

Così, all'insegna di una scuola “aperta” le classi sono “evaporate” ed i bambini hanno dato vita a gruppi inediti con i nuovi compagni di un meraviglioso viaggio.

Il tappeto volante, grazie ai racconti dei nonni locali, si sofferma sulle valli bergamasche…. ci proietta in un passato non lontanissimo, i detti in dialetto, le espressioni originate dall'esperienza quotidiana caratterizzata dall'essenzialità, gli oggetti domestici ormai dimenticati, le giornate scandite dai rintocchi del campanile lontano e dal sorgere e calare del sole, la scuola da raggiungere a piedi da soli, …. e i tanti episodi di vita vissuta, che coinvolgono in un ascolto interessato tutti i bambini.

Il tappeto volteggia oltre mare, per permettere a tutti di conoscere l'alfabeto ed i suoni della lingua araba, di sorseggiare il buonissimo te con la menta ed assaggiare i golosi biscotti con mandorle e marmellata….. vere bombe caloriche che tutti i buon gustai apprezzano. Che dire dei tatuaggi, dei giochi con i sassi e di quelli pensati per imparare le tabelline…. tormento di tutti i popoli…. Ed il velo sul capo, cosa rappresenta, e come indossarlo? Ora più ricchi, di nuovo a bordo del nostro straordinario tappeto, sorvoliamo mezzo mondo per arrivare là dove tanti altri nostri compagni hanno le proprie radici… in India …. Lo stupore è grande nell'ascoltare la storia di Ravan e Ram, e la spiegazione del significato della festa della luce… insieme coloriamo le maschere per la festa del Dussehra: attenti! Ogni colore ha un preciso significato. Assaggiamo squisite verdure fritte ed è davvero come essere lì, ….. è meraviglioso.

Il viaggio continua e la rotta ci conduce verso l'Europa dell'Est…. Ecco le distese della Romania, i suoi castelli e le guglie delle chiese delle diverse confessioni religiose che vi hanno trovato spazio. Scopriamo un alfabeto con tre vocali in più delle vocali italiane … a , â e î ….., impariamo un canto natalizio ed ascoltiamo la storia di S. Nicola …..

Il tappeto riprende il volo, approdiamo in Bosnia, attraversiamo in lungo ed in largo questa terra, esploriamo la carta geografica. Scopriamo che qui si prepara un dolce prelibato ricco di zucchero e frutta secca, ha un nome misterioso…Baklava ed è davvero una tentazione anche per i meno golosi….. Che dire poi del rituale di preparazione del caffè, deve bollire tre volte e viene preparato nel ibnik , un tipico bricco di rame e ottone con un lungo manico, insieme ad acqua, zucchero e a volte spezie, insomma, hai capito, è qualche cosa di importante, richiede tempo e crea le condizioni per una pausa di meditazione….

Emozionante il viaggio di questa settimana a bordo del tappeto volante…. Quando atterriamo a Pianico tutto ci pare diverso, nuovo, eppure è sempre Pianico e siamo sempre noi, ognuno con la propria identità ora forse un po' più consapevole.

Ci siamo esercitati nel desiderare di conoscere l'altro considerando che i modi di essere e di pensare di ognuno di noi non sono i soli esistenti. Abbiamo capito che non si tratta di dimenticare la propria identità culturale, ma semplicemente di non escludere a priori ciò che è altro. Siamo solo all'inizio… il tappeto volante ci aspetta ogni mattina…. mille ancora i viaggi per conoscere dialogare e comprendere, lasciare che parole siano attraversate da altre parole, dare vita ad un intrecciarsi di linguaggi, sensi e culture, che lasci vivere le divergenze allo stesso modo delle convergenze, perché il dialogo abbia come fine un reciproco progresso e diventi davvero un avanzare insieme.

Ultimo aggiornamento: 25/08/2016 - Articolo visualizzato 801 volte

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