Inclusione e intercultura

 

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

L’approccio globale al curricolo, così come gli elementi “innovativi” della didattica, costituiscono piccoli “mattoni” per costruire una scuola più capace di accogliere le diversità. Parte integrante di questo tipo di approccio è la concezione del docente di sostegno come una risorsa di classe e uno strumento di mediazione a supporto di tutti, per differenziare il lavoro in piccoli gruppi e favorire la relazione e la condivisione. Allo stesso tempo però l’insegnante di sostegno diventa anche il veicolo per progetti trasversali che coinvolgono tutti: sono molteplici le attività inclusive che si svolgono a "classi aperte" e che permettono a tutti i ragazzi di sperimentarsi in laboratori e percorsi che arricchiscono la didattica tradizionale, in una dimensione relazionale significativa e importante per la crescita di ciascuno. 

Un’attenzione particolare è riservata all’area delle difficoltà e disturbi dell’apprendimento: la scuola ha cercato di dotarsi di strumenti più adeguati attraverso la formazione (l’istituto ha la certificazione del livello avanzato di Dislessia Amica) e una strutturazione che prevede, già dall'ultimo anno dell’infanzia, la somministrazione di screening annuali con strumenti diversi a seconda dell’età. Da diversi anni è inoltre attivo uno sportello di supporto psico-pedagogico per famiglie, alunni e scuola. 

I principi che guidano l'azione della nostra scuola per garantire l'inclusione degli studenti con bisogni educativi specialisono:

 

IO CHIARA, RAGAZZA DISLESSICA DI CHIARA GIURINI (2019)

 

 

PROTOCOLLO PER L’INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEI DISTURBI E DELLE DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO

SCREENING PREVENTIVO SU TUTTA LA POPOLAZIONE SCOLASTICA

  1. Somministrazione di screening annuali nelle classi “filtro” con strumenti diversi a seconda dell’età: IPDA, Dettato 16 parole, MT, dettato ortografico Cornoldi Tressoldi, ACMT per il calcolo
  2. Attività fonologiche a seguito della prima somministrazione del dettato per potenziare/recuperare le abilità di base di letto-scrittura

INDIVIDUAZIONE DEL PROBLEMA

  1. Individuazione del caso sospetto a cura del team docente
  2. Stesura da parte del team docente di una relazione per evidenziare le difficoltà manifestate dall’alunno (alla relazione è allegata la scheda di osservazione per l’individuazione dei DSA)
  3. Intervento della psicopedagogista dell’istituto sulla classe o sull’alunno previa richiesta da parte del team docente o del genitore

DIALOGO CON LA FAMIGLIA

  1. Convocazione dei genitori: confronto sulle difficoltà rilevate nel bambino sia a scuola sia a casa
  2. Richiesta di valutazione per alunno con difficoltà di apprendimento

APPROFONDIMENTO CON UNO SPECIALISTA

  1. Compilazione della scheda informativa della scuola per la consultazione diagnostica e consegna alla famiglia
  2. Invio della famiglia presso ad un ente pubblico (ATS) o accreditato o ad uno specialista privato
  3. Nel caso di conferma diagnostica, consegna da parte della famiglia di una copia della documentazione alla scuola (all’attenzione dei docenti funzionale strumentale)
  4. Compilazione del piano didattico personalizzato (PDP) in accordo con la famiglia e l’équipe specialistica

INTERVENTO EDUCATIVO-DIDATTICO

 

  1. Il team docente redige per l’alunno il PDP entro 3 settimane dalla richiesta della famiglia, confrontandosi con l’équipe che ha redatto la diagnosi in un'apposita riunione concordata fra le parti
  2. Sono attivati tutti gli strumenti compensativi e le misure dispensative previsti nel PDP
  3. Entro il primo trimestre dell’anno scolastico di riferimento, Il PDP viene presentato ai genitori, che ne prendono visione, firmano e ne trattengono una copia
  4. Il docente della classe consegna copia del PDP alla segreteria che lo inserisce nel fascicolo personale dell’alunno
  5. Il team docente programma incontri periodici specifici con i genitori e lo specialista, per un eventuale aggiornamento del PDP
  6. La documentazione prodotta segue costantemente l’alunno nel suo percorso scolastico; in caso di variazioni all’interno del team, un docente si incarica di informare i nuovi colleghi circa il percorso svolto

VALUTAZIONE

La valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame, tengono conto della specifica situazione di ciascun alunno, delle misure dispensative e degli strumenti compensativi previsti nel PDP.  In particolare, in sede di verifica e valutazione:

  1. si privilegiano le verifiche orali piuttosto che scritte, tenendo conto del profilo individuale di abilità
  2. si attua una riduzione quantitativa (e non qualitativa) nelle prove scritte o si concede tempo supplementare
  3. si utilizzano verifiche scalari o graduate, dividendo le richieste per argomento con i necessari accorgimenti grafici (grandezza carattere, spazi e interlinea, evidenziazione delle parole-chiave, etc.) e, al bisogno, leggendo e spiegando la consegna a voce
  4. si valutano i contenuti piuttosto che la forma e l’ortografia, privilegiando la comprensione piuttosto che la produzione
  5. si stimola l’autocorrezione guidata dell’alunno per la ricerca degli errori e l’autovalutazione
  6. si evita di segnare in rosso gli errori di ortografia per non mortificare l’alunno e agire negativamente sull’autostima
  7. si considera l'impegno, valutando il percorso compiuto dall'alunno, evidenziando soprattutto i progressi e ponendo l’accento sui rimandi positivi nella comunicazione

STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE COMPENSATIVE

  1. Gli alunni con certificazione DSA partecipano alle prove INVALSI e all’esame di Stato utilizzando, se necessario, gli strumenti compensativi che utilizzano abitualmente o comunque ritenuti funzionali e possono usufruire di tempi più lunghi per lo svolgimento delle prove scritte. Se dispensati dalle prove scritte di lingua straniera, non sostengono la prova nazionale di lingua inglese e, in sede di esame, la sottocommissione individua le modalità e i contenuti della prova orale sostitutiva dello scritto. Nel caso di alunni dispensati dall’insegnamento di una o entrambe le lingue straniere, se necessario, vengono definite prove differenziate con valore equivalente ai fini del conseguimento del diploma, sulla base del PDP.

 

INTERCULTURA

L’approccio della nostra scuola si deve oggi misurare e coniugare con le specificità e le storie di coloro che la abitano e con le trasformazioni della popolazione scolastica intervenute in questi anni. Una di queste trasformazioni riguarda la presenza crescente nelle aule scolastiche dei bambini e dei ragazzi che hanno una storia - diretta o famigliare - di migrazione, che sollecita la scuola a nuovi compiti educativi. Dipende dagli esiti dell’esperienza scolastica dei figli dei migranti la possibilità di un Paese di contare, per il suo sviluppo economico e civile, anche sulle intelligenze e sui talenti dei “nuovi italiani”.

In quest'ottica diventa centrale il concetto di intercultura, inteso come scambio tra due soggetti portatori di cultura che si attribuiscono reciprocamente un senso all'interno di un contesto di volta in volta definito (M. Cohen-Emerique). Uno scambio che richiede un'operazione di decentramento culturale (per conoscere l'altro dobbiamo partire dalla conoscenza di noi e della nostra cultura); la penetrazione nel quadro di riferimento dell'altro (per evitare il pericolo di generalizzare, fare categorie, lavorare per stereotipi); ed infine la negoziazione/mediazione tra le diverse istanze culturali.

La nostra scuola è da diversi anni impegnata nello sviluppo delle politiche di accoglienza e di innovazione didattica, elaborando un proprio protocollo di accoglienza e inserimento e un protocollo di rete con le scuole del territorio e la comunità montana per il servizio di mediazione culturale e di consulenza specialistica a supporto dei docenti. Il consulente L2, in particolare, affianca i team per:

  • La valutazione e il monitoraggio dei livelli di conoscenza della lingua italiana attraverso la somministrazione delle prove CILS
  • la rilevazione del bisogno e delle difficoltà di apprendimento
  • il supporto alla progettazione didattica e all'elaborazione di interventi individualizzati 
  • la realizzazione di specifici interventi di potenziamento linguistici
  • la consulenza per la progettazione e realizzazione di percorsi di intercultura
  • il supporto alla valutazione
  • la realizzazione di documentazione e modulistica specifica
  • la formazione e l’aggiornamento del personale

 

BUONE PRASSI E MATERIALI PER LA FORMAZIONE 

 

ORGANIZZAZIONE

 

IL POPOLAMENTO SCOLASTICO

L'Istituto Comprensivo di Sovere ha una percentuale media di alunni non madrelingua intorno al 24%. La situazione è però molto composita: la scuola secondaria si attesta intorno al 17%, le due primarie di Sovere e Pianico rispettivamente al 26 e 29% (a fronte di una presenza minima in quella di Bossico), e l'Infanzia al 38%. 

Dal dato relativo al luogo di nascita degli studenti emerge con evidenza che la grande maggioranza degli alunni è nata in Italia. I  nuovi arrivi sono ormai limitati a pochi alunni all'anno, mentre la popolazione studentesca è per la grande maggioranza costituita dai ragazzi di seconda generazione: nati e cresciuti in Italia; dotati di una buona alfabetizzazione di base; ben integrati nel contesto sociale e territoriale. 

Cambiano quindi le esigenze dell'offerta scolastica, dove si registra una forte diminuzione di interventi di prima alfabetizzazione (che negli anni passati assorbivano la maggior parte delle energie) a favore invece di interventi più mirati allo sviluppo della "lingua di studio", molto più difficile da acquisire rispetto alla lingua della comunicazione quotidiana. Su questo versante si sposta la sfida della nostra scuola, per eliminare il gap ancora esistente nei risultati scolastici dei nostri studenti. Risultati in cui si registrano ancora differenze significative.

Il gap esistente è ben evidenziato nei risultati nelle prove INVALSI, dove appare drammaticamante alto già nella classe seconda della primaria, per poi ridursi gradualmente nel corso degli anni, segnalando un problema connesso alla scarsa frequenza degli alunni non madrelingua alla scuola dell'Infanzia.Il "ritardo" degli alunni bilingue si ripercuote però nei risultati scolastici inferiori alle medie di istituto, per poi dare origine ad un alto tasso di insuccesso alle scuole superiori (dove si registra anche una significativa differenza nella scelta orientativa, con il prevalere delle scuole professionalizzanti rispetto ad istituti tecnici e licei) e, inevitabilmente, nella dispersione scolastica. 

 

 

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INSERIMENTO ALUNNI NON MADRELINGUA (NAI)

ISCRIZIONE

La scuola individua nell’ufficio di segreteria un incaricato che si occupa di:

  1. iscrivere l’alunno utilizzando la modulistica standard
  2. raccogliere documenti e/o autocertificazioni (documenti anagrafici, sanitari, scolastici precedenti, permessi di soggiorno, recapiti telefonici della famiglia)
  3. informare l’insegnante funzione strumentale dell’avvenuta iscrizione
  4. fissare un primo incontro tra famiglia e funzione strumentale, che se necessario, contatta il mediatore culturale;
  5. predisporre e fornire ai genitori la modulistica di inizio anno scolastico

PRIMA CONOSCENZA

Il docente funzione strumentale:

  1. conduce (assieme al consulente L2 e al mediatore culturale) uno o più incontri con la famiglia e l’alunno per raccogliere dati circa la storia personale e scolastica e le aspettative familiari e per somministrare test iniziali nella lingua madre
  2. esamina la documentazione e propone la classe e le modalità di inserimento a scuola
  3. fornisce tutti i dati raccolti al team docente che accoglie il nuovo iscritto
  4. predispone i percorsi di alfabetizzazione per gli alunni NAI
  5. effettua colloqui di verifica con la famiglia, l’alunno e il team docente

INSERIMENTO E DIDATTICA

La scelta della classe e della sezione è effettuata tenendo conto:

  1. dei dati emersi nel primo colloquio (fascicolo personale dell’alunno)
  2. dagli elementi scaturiti durante la somministrazione dei test iniziali
  3. del numero degli alunni della classe e della sua complessità (situazioni di fragilità o svantaggio, presenza di alunni stranieri italofoni già inseriti, dinamiche di gruppo particolari)
  4. della presenza nella classe di altri alunni provenienti dallo stesso paese, come criterio di facilitazione all’inserimento

L’inserimento per gli alunni NAI avviene gradualmente, in orari concordati con la famiglia e le insegnanti della classe di inserimento.

Il team docente:

  1. informa i compagni del nuovo arrivo per favorire un clima positivo di attesa, dedicando del tempo ad attività di benvenuto e conoscenza
  2. prepara un’aula visibilmente multiculturale (cartelli di benvenuto nella lingua d’origine, carta geografica con segnato il Paese di provenienza, etc.)
  3. individua un alunno come tutor (compagno di viaggio) del nuovo compagno
  4. rileva i bisogni specifici di apprendimento e predispone, al bisogno, un PDP
  5. applica la semplificazione dei contenuti e la facilitazione linguistica per ogni disciplina, stabilendo i contenuti minimi e adattando ad essi la verifica e la valutazione
  6. programma il lavoro con gli insegnanti che seguono l’alunno di cittadinanza non italiana
  7. informa l’alunno e la famiglia del percorso predisposto per lui dalla scuola
  8. mantiene i contatti con la commissione di intercultura

VALUTAZIONE

La valutazione degli alunni non madrelingua:

  1. fa riferimento al documento di valutazione degli alunni di cittadinanza non italiana approvato collegialmente
  2. si basa su prove congrue, graduate e riferite alla programmazione svolta; e sugli obiettivi minimi previsti dai percorsi didattici personalizzati
  3. in sede di esame, individua i criteri essenziali per la conduzione del colloquio in relazione al candidato ed alla programmazione attuata

FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

La commissione Intercultura:

  1. promuove l’attuazione di laboratori linguistici
  2. costituisce un Centro di Documentazione d’Istituto sull’Intercultura, con materiale didattico e informativo specifico, consultabile dai docenti
  3. promuove corsi di formazione, convegni, conferenze volti a favorire la diffusione di un approccio interculturale
  4. predispone e/o aggiorna la documentazione d’Istituto utile all’inclusione degli alunni NAI