SOVERE NELLA RESISTENZA

Questa sezione presenta il lavoro svolto negli anni dai nostri studenti sul periodo compreso dall'ascesa del regime fascista in Italia, fino alla Liberazione e all'immediato dopoguerra. I materiali prodotti sono molti ricchi e vari, e hanno dato vita a numerose iniziative e manifestazioni in collaborazione con le amministrazioni comunali, l'associazione di Ricerca Storica Agorà, la Biblioteca Civica di Sovere, l'archivista Bernardino Pasinelli, il Comitato Genitori e i tanti amici che ci hanno supportato e aiutato.

Tra i materiali che potete trovare qui, si segnalano:

DANIELE SPADA

Daniele Spada nacque a Sovere il 21 giugno 1920; il padre si chiamava G. Battista e la madre Lucia Filisetti. Era residente a Sovere in via Filone n. 2.

Dopo aver finito la scuola elementare lavorò come operaio presso la ditta Sozena-Michetti di Sovere. Venne arruolato nel V° Reggimento alpini "Battaglione Edolo"nel 1941 e combatté sul Monte Bianco, sul fronte greco-albanese e sul fronte russo, dal quale rientrò dopo un viaggio avventuroso, riportando il congelamento dei piedi. Dopo una breve degenza all'ospedale militare di Monza venne posto in congedo.

Per evitare la deportazione in Germania si arruolò nelle file partigiane: inizialmente, con i suoi amici e compagni, nella 53ma Brigata Garibaldi, che abbandonò per passare alle Fiamme Verdi della Valle Camonica. Venne catturato dai tedeschi il 13 ottobre 1944 a Monti di Rogno e, dopo breve prigionia presso le cantine di un'osteria di Darfo, sede del comando nazista, venne fucilato il 17 ottobre 1944, presso il cimitero di Montecchio (Darfo) e lì sepolto in fossa comune con altri prigionieri fucilati nello stesso giorno.

I solenni funerali si svolsero a Sovere nel pomeriggio di domenica 20 maggio 1945.

"Durante un'azione contro i tedeschi, circondato, sparava fino all'ultimo colpo. Esaurite le munizioni, ferito alla mano sinistra, veniva catturato. Durante l'interrogatorio sopportò ogni specie di tortura con comportamento sereno senza lasciarsi sfuggire una sola parola. Affrontò la morte con animo sereno, dando la vita per la Patria e per la Libertà " (dalla motivazione per il Patriota rilasciata dall'Associazione Fiamme Verdi, Divisione Tito Speri, Brigata F. Lorenzini di Brescia).

RESPIRI SOSPESI

Lungometraggio vincitore del primo premio al Concorso "Filmare la storia 2007"

(Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza)

LE GRANDI MOSTRE, GLI SPETTACOLI E GLI EVENTI PER LA FESTA DELLA LIBERAZIONE

In occasione delle Feste della Liberazione 2015 e 2016, la nostra scuola ha organizzato e ospitato una serie di importanti eventi realizzati in collaborazione con l'amministrazione comunale e la biblioteca civica di Sovere e il Gruppo di Ricerca Storica Agorà.

Le celebrazioni hanno avuto come protagonisti gli alunni dell'istituto che, in una cornice straordinaria di pubblico, hanno allestito e presentato una mostra speciale: accompagnati dai loro insegnanti, hanno ripercorso un periodo così controverso analizzando i documenti storici conservati nell'archivio comunale sotto la guida di Bernardino Pasinelli (file disponibile a fondo pagina).

Allo stesso tempo hanno però deciso di realizzare interviste dirette ai testimoni di quel fatidico giorno, raccogliendo preziose testimonianze e frammenti della vita quotidiana di un tempo, confrontandosi poi con la dimensione del racconto, rielaborata in modo originale anche dal punto di vista grafico, artistico, "teatrale" e musicale.

Tra i lavori prodotti merita un posto d'eccezione la pubblicazione "Storie nella Storia: la vita quotidiana a Sovere ai tempi della Resistenza" (file disponibile a fondo pagina), costituita da due "sezioni" molto particolari. La prima è curata dagli alunni delle classi quarte della Primaria di Sovere, che ci guidano - attraverso i racconti dei nonni - alla riscoperta della vita quotidiana del paese con un'attenzione del tutto particolare al mondo dei bambini, del gioco, dell'immaginario e della memoria orale. La seconda sezione ospita invece la trascrizione di una delle interviste realizzate dagli alunni della Secondaria di primo grado ai testimoni del 25 aprile 1945 e una raccolta di poesie, davvero intense e toccanti, realizzate dai ragazzi della classe terza C con la prof. Loredana Crippa: si tratta di composizioni delicate e commoventi dedicate alla guerra, alle vicende che hanno interessato direttamente i nostri paesi e al dramma della Shoah e dello sterminio perpetrato dai regimi nazi-fascisti.

L'evento certamente più toccante è certamente stato lo spettacolo sulla Scacchiera di Alexander Morci, ragazzo ebreo, scritto dai ragazzi assieme allo scrittore e giornalista Davide Sapienza e musicato dall'Orchestra Bequadro sulle composizioni originali del Maestro Oscar Gelmi. Al termine dello spettacolo, In una palestra gremita e commossa, la scacchiera è stata restituita alla sua famiglia, giunta appositamente da Zagabria.



LE VIDEOINTERVISTE AI TESTIMONI


 

 

LA RESISTENZA NELL'ALTO SEBINO

Sovere, con l'Alto Sebino e le vallate circostanti, è stato un teatro importante della guerra di Resistenza che qui ha conosciuto avvenimenti drammatici e dolorosi, ancora oggi testimoniati nei luoghi della memoria, come la Malga Lunga (oggi museo della Resistenza), e nell'intitolazione del nostro istituto a Daniele Spada, giovane partigiano soverese giustiziato nel 1944.

La storia resistenziale del nostro territorio si lega soprattutto alla presenza della 53ma Brigata Garibaldi, che agiva nell'Alto Sebino in raccordo - non privo di tensioni - con le Fiamme Verdi della Valcamonica e con la brigata di Giustizia e Libertà attiva nella vicina Val Seriana.

La contemporanea presenza in zona di legioni nazi-fasciste specializzate nella repressione partigiana, come la Tagliamento , ha dato vita ad un sanguinoso biennio che ha lasciato tracce indelebili nella memoria dei nostri paesi, ancora oggi oggetto di accese discussioni.

Il periodo compreso tra l'8 settembre del 1943 e la Liberazione del 25/26 aprile del 1945 è stato infatti caratterizzato da azioni partigiane anche eclatanti, come l'operazione su Lovere che tenne a battesimo la lotta resistenziale nel nostro territorio, le battaglie di Fonteno e della Corna Lunga. L'eco delle imprese partigiane scatenò la repressione nazi-fascista, che portò alla cattura e alla fucilazione dei Tredici Martiri di Lovere, della squadra di Giorgio Paglia (a seguito della battaglia in Malga Lunga), dei fratelli Pellegrini, catturati sopra Bossico, di Daniele Spada. La violenza nazi-fascista si scatenò anche contro le popolazioni civili: diversi paesi vennero dati alle fiamme per vendetta (come Corti e Cevo) e molte malghe furono incendiate perché indiziate di dare ospitalità e supporto alle brigate partigiane. Tra le storie tragiche che hanno segnato quegli anni emerge quella di Bortolo Pezzutti, arrestato alla vigilia di Natale del 1944 perché indossava un foulard rosso, che fu internato nel lager di Bolzano e massacrato nella notte di Pasqua del 1945.

Gli strascichi delle violenze portarono a sanguinose regolazioni di conti e ad episodi che sono ancora oggi al centro di una discussione non pacificata, come l'eccidio di 43 militi fascisti della Legione Tagliamento a Rovetta, giustiziati nel 1945 dopo essersi arresi.

 

LA 53MA BRIGATA GARIBALDI

Dopo l'8 settembre 1943 furono molti i giovani che scelsero la via della montagna, formando i primi nuclei della Resistenza. Ragazzi che sfuggivano alla leva della Repubblica Sociale Italiana, militari badogliani rimasti al nord e antifascisti di lungo corso si ritrovarono uniti nella lotta per la Liberazione del paese.

La 53ma Brigata d'Assalto Garibaldi "Tredici Martiri di Lovere" iniziò a operare subito dopo l'armistizio. Guidata dal comandante Giovanni Brasi ( Montagna ), fu protagonista della Resistenza nel bergamasco e in Italia settentrionale, reclutando giovani del posto, ma anche antifascisti che arrivavano dal milanese o militari di varie nazionalità che fuggivano dai campi di prigionia.

Molte le azioni che la resero celebre, come la battaglia di Fonteno, uno dei più importanti episodi del movimento partigiano in Lombardia e tanti gli uomini che la 53a sacrificò alla causa resistenziale: dai "Tredici Martiri" fucilati il 22 dicembre 1943 come rappresaglia in seguito all'azione su Lovere, alla squadra di Giorgio Paglia, catturata nel rifugio di Malga Lunga a Sovere, il luogo simbolo della storia di questa brigata.

 

 

LA MALGA LUNGA E IL MUSEO DELLA RESISTENZA

La Malga Lunga, situata in posizione dominante sui monti tra Sovere e Gandino, è una delle roccaforti partigiane del periodo resistenziale.

Nel 1944 vi si insediò 53ma Brigata Garibaldi che assunse il nome "Tredici Martiri di Lovere" in onore dei tredici partigiani fucilati a Lovere il 22 dicembre 1943 (Francesco Bessi, Giulio Buffoli, Salvatore Conti, Andrea Guizzetti, Eraldo Locardi, Vittorio Lorenzini, Giacinto Macario, Giovanni Moioli, Luca Nitkisc, Ivan Piana, Giuseppe Ravelli, Mario Tognetti, Giovanni Vender).

Il comandante Montagna (Giovanni Brasi) affidò il comando della squadra al tenente Giorgio Paglia, mentre il comando di Brigata si installò a Campo d'Avene, distante mezz'ora di marcia.

Il 17 novembre 1944, mentre sei uomini della formazione erano per assolvere incarichi diversi, la Malga venne attaccata di sorpresa da ingenti forze della Legione Tagliamento. La battaglia infuriò per quasi tre ore finché gli assalitori riuscirono a raggiungere il tetto e a lanciare all'interno alcune bombe a mano, costringendo alla resa i partigiani ormai a corto di munizioni.

Giorgio Paglia chiese salva la vita per i due feriti Mario Zeduri ( Tormenta ) e Ilarion Efanov ( Starich ), ma i due vennero finiti sul posto a colpi di pugnale. Il Tenente Giorgio , Guido Galimberti ( Barbieri ), Andrea Caslini ( Rocco ) e i russi Semion Kopcenko ( Simone ), Alexander Noghin ( Molotov ) e Donez vennero trascinati a valle nonostante il tentativo di intervento (ostacolato dalla neve alta) da parte degli uomini del comandante Brasi. Quattro giorni dopo vennero condannati a morte. A Giorgio Paglia si volle concedere la grazia perché figlio di Guido, medaglia d'oro della guerra d'Africa, ma il giovane rifiutò e scelse di essere fucilato assieme ai compagni.